Mauro Morelli non è un eroe né un antieroe. Non si può definire immorale, dato che non ha una morale. È un uomo che ama le donne. A modo suo.È una vecchia lenza scafata, eppure finisce in galera accalappiato da un'infamona. Per via del sesso, il suo chiodo fisso. L'accusa è di stupro e strozzinaggio.Sei mesi a San Vittore. Nel sesto raggio, quello degli infami, lui che credeva di sapere tutto della vita, impara qualcosa. Anche l'attesa del processo agli arresti domiciliari, per quasi un anno, gli fa scoprire parti insospettate di se stesso e degli altri.Alla fine il giudice lo assolve per non avere commesso il fatto. Il Morelli non è colpevole. Ma nemmeno innocente. O forse, a modo suo, è colpevole e innocente.È la storia vera di un amico, che me l'ha regalata. Lui pensa di essere protagonista di un filmaccio noir, ma in realtà si tratta di una commedia nera. E può farci domande importanti oggi, mentre ci appassioniamo alla vita con lui.